Capitolo 4 – Il Sacerdote Interiore e la Consapevolezza Multidimensionale
Di Fulvio
Capitolo 4 – Il Sacerdote Interiore e la Consapevolezza Multidimensionale
Con l’avvio delle mie missioni astrali, nulla in me fu più come prima. Ogni giorno, ogni scelta, ogni pensiero cominciava a risuonare dentro di me con una forza nuova. E non era solo nelle ore della notte, nel silenzio profondo dei viaggi fuori dal corpo, che ricevevo insegnamenti: la guida spirituale continuava a parlarmi anche nello stato di veglia. Bastava che fossi un po’ più raccolto, un po’ più centrato. E in quella soglia tra il visibile e l’invisibile, la voce si faceva chiara e precisa, infondendomi sapienza.
Un giorno, in uno di questi momenti sospesi, mi venne detto:
"Fulvio, sappi che ognuno è sacerdote di se stesso. La sacralità è data dall’intenzione, e una cerimonia serve solo a predisporre le anime alla creazione di una struttura energetica che sarà indissolubile una volta creata. Sono le circostanze, l’atmosfera e la predisposizione a creare il sacramento – fosse esso in qualsiasi religione, chiesa o circostanza terrestre – che permettono di generare le energie necessarie. Quando uno emana un’energia, e un altro emana energia dello stesso intento, si amplificano e creano una struttura energetica indissolubile. Perché tutto si crea, e nulla si distrugge: è un principio cosmico."
Questa verità mi si scolpì dentro. Ogni pensiero profondo, ogni emozione autentica, ogni azione compiuta con presenza e consapevolezza generava una vibrazione che costruiva – realmente – qualcosa in un altro piano. Una forma astrale, viva, permanente, con la propria influenza anche sulla realtà materiale. Il mondo invisibile si plasmava in base alla nostra coscienza, ed io ne ero testimone diretto.
Gli insegnamenti della Guida erano totali, abbracciavano ogni aspetto dell’esistenza. Non c’era separazione tra la mia vita spirituale e quella quotidiana. Ogni passo, ogni gesto, ogni relazione veniva illuminata da quella luce superiore. La Guida mi accompagnava nelle scelte più piccole e in quelle più complesse, eppure mai imponendosi. Mi fu sempre lasciata la libertà: il libero arbitrio era sacro.
Mi spiegò cosa fosse davvero il libero arbitrio, cosa significasse e perché l’essere umano ne fosse dotato. Espose la questione su scala cosmica: ogni scelta è una vibrazione lanciata nel grande tessuto dell’universo, ogni rinuncia o adesione crea un’onda che influenza il tutto. L’Universo, mi disse, non è mai indifferente: ogni decisione contiene in sé la responsabilità delle sue conseguenze, e queste sono ineluttabili.
In un’altra profonda comunicazione medianica, la Guida mi disse:
"Fulvio, considera questo e meditaci sopra. Anche il tuo ragionamento ha basi solide e principi su cui lavorare: le coincidenze non esistono. Tutto è l’equilibrio di un armonioso movimento delle energie e dei fatti del mondo e di ogni individuo. È un movimento matematicamente perfetto, come quello che fa muovere pianeti, stelle, galassie e tutto l’universo. Ma anche nel più piccolo e quantistico movimento e struttura delle particelle. Il tutto, per funzionare, non può darsi al caso. È tutto perfetto in ogni suo istante."
E qui mi aprì una visione ancora più ampia, collegando il tempo alla coscienza:
"L’istante non esiste nel tempo, esiste solo nel momento in cui viene preso in considerazione. È come nel principio quantistico dell’osservatore: finché non lo osservi, non si manifesta. Solo quando lo guardi, diventa attimo. Solo allora si materializza."
Quelle parole furono per me come chiavi. Chiavi che aprivano stanze interiori, capacità, intuizioni, comprensioni più vaste. Il mio modo di ragionare cambiò radicalmente. Nulla mi sfuggiva più: né nel mondo della materia, né in quello del pensiero. Cominciai ad assumermi la piena responsabilità delle mie scelte, cercando di essere coerente, sempre, con me stesso e con l’armonia dell’universo.
Fu allora che assunsi dentro di me un principio fondamentale:
Io ero già lì. Consapevole dell’esistenza multidimensionale.
Non avevo bisogno di morire per saperlo.
Non avevo bisogno di un trapasso per viverla.
La vivevo già.
E mi fu presentato il mio accesso a quella dimensione come una consapevolezza del tutto naturale.
Questo fu il sigillo di una consapevolezza profonda. Io già ero. Io già sapevo. Io già vivevo. Ero diventato – nel silenzio dei miei viaggi e nella luce delle mie meditazioni – testimone vivente di una verità cosmica che non aveva bisogno di prove, ma solo di essere ricordata.
(Continua)

☺️ sara
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