Manuale di Metafonia – Capitolo 1
Di Fulvio Schiavone & Silvia G.
Manuale di Metafonia – Capitolo 1
Un cammino che parte dalla ricerca dei nostri cari e conduce a noi stessi
Provare a scrivere degli articoli che funzionino come un manuale pratico di metafonia è un impegno serio, che non deve essere lasciato a metà. Lo scopo non è semplicemente dare qualche indicazione, ma accompagnare chi legge fino a raggiungere una discreta autonomia nella pratica. Questo manuale vuole essere uno strumento a disposizione di chi intende esplorare la ricerca metafonica come forma di contatto con interlocutori che non appartengono più a questa dimensione terrena nella loro veste materiale.
È importante chiarirlo subito: iniziare a praticare la metafonia non significa soltanto cercare di comunicare con un proprio caro. Quel desiderio, che spesso è la spinta iniziale, si trasforma quasi subito dopo la prima risposta positiva. A quel punto il contatto diventa solo l’inizio di un percorso molto più profondo: un vero cambiamento dei paradigmi della propria esistenza.
La metafonia porta infatti a modificare la propria interiorità, a ridefinire il senso della vita e il modo stesso di concepire l’anima. Comunicare con l’oltre attraverso strumenti elettronici non è solo un dono medianico: è un’esperienza che possiede un carattere oggettivo. Le voci registrate, i file sonori, le testimonianze concrete costituiscono un materiale tangibile che si può riascoltare, analizzare e persino condividere con altri. Questo distingue la metafonia dalla medianità pura: non rimane confinata nell’esperienza interiore del singolo, ma offre tracce documentabili, verificabili, riproducibili.
Tuttavia, il vero valore non risiede nella prova esterna, bensì nel cambiamento interiore che essa innesca. Non sono gli altri a dover cambiare, anche se spesso rimarranno sorpresi di fronte a ciò che raccontiamo o facciamo ascoltare. La trasformazione più autentica avviene dentro di noi: nella percezione di chi siamo, nel rapporto con la nostra interiorità, nella comprensione più ampia dell’esistenza.
Con la pratica metafonica, la visione del mondo si amplia fino ad assumere un respiro cosmico: tutto appare come parte di una continuità, come un intreccio di dimensioni che si richiamano e si completano. Il pensiero si fa più riflessivo, l’animo più aperto e spesso più altruista. Le relazioni cambiano, la percezione del tempo e della morte cambia. Concetti che prima sembravano lontani o irrilevanti diventano centrali, illuminando la nostra esperienza quotidiana con un nuovo senso.
In fondo, praticare la metafonia significa accogliere un dono che non è solo la voce dall’aldilà, ma soprattutto l’invito a riscoprire la propria voce interiore. Come amiamo ripetere:
“La metafonia non è soltanto ascoltare l’aldilà: è imparare ad ascoltare se stessi.”
E se qualcuno avrà timore di ascoltarsi davvero, sappia che quel timore nasconde il regalo più prezioso: ritrovare la verità di sé, nella continuità della vita che non si spegne mai.

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