Come entrare in contatto con l'oltre tra intuizione e azione: imparare a vivere il tempo interiore del contatto astrale


 

Di Fulvio Schiavone


"Come entrare in contatto con l'oltre tra intuizione e azione: imparare a vivere il tempo interiore del contatto astrale."

Esiste un punto dentro di noi, infinitamente piccolo eppure vasto come l’universo intero, che spesso ci sfugge perché siamo troppo presi dalla velocità delle cose quotidiane. È un frammento di tempo e di spazio che si manifesta tra l’istante in cui percepiamo qualcosa e quello in cui scegliamo come reagire, come agire, come portare quella percezione nel mondo materiale. È un passaggio sottile, un interstizio quasi invisibile, ma racchiude in sé il segreto del contatto con l’Oltre, con l’universo astrale e le energie che lo attraversano.

Spesso, quando pensiamo al contatto con altre dimensioni, immaginiamo esperienze straordinarie, momenti mistici che accadono al di fuori della vita quotidiana. Ma la verità è che questo punto di contatto è costantemente dentro di noi, e possiamo imparare a riconoscerlo, a coltivarlo e ad entrarci consapevolmente. Non parlo qui dell’aldilà inteso come regno dei defunti, ma di quel mondo immateriale che ci avvolge e ci permea in ogni istante: un universo di energie, entità, guide, intuizioni e soluzioni che non appartengono al piano fisico ma che, tuttavia, dialogano senza sosta con la nostra interiorità.

Per spiegare meglio questo spazio/tempo interiore, possiamo partire da un esempio molto semplice. Se io ti chiedessi: quanto fa tre più tre? Il tuo cervello ha già risolto la questione, la risposta è chiara e presente dentro di te. Ma tra il momento in cui l’intuizione della risposta si accende e l’attimo in cui pronunci o scrivi “sei”, intercorre un piccolo spazio di tempo. Lì, in quell’intervallo, accade qualcosa di misterioso: la psiche ha già percepito la verità, ma il corpo non ha ancora manifestato l’azione. Ecco, è esattamente lì che possiamo situare la soglia, il varco in cui l’universo immateriale trova accesso alla nostra coscienza.

In quell’intervallo non c’è solo la preparazione di un gesto o di una parola, ma c’è la possibilità di aprirsi a ciò che non appartiene al mondo materiale. Lì le guide possono ispirarci, le intuizioni possono emergere, le energie universali possono fluire e orientare le nostre scelte. È un luogo interiore che non si misura con gli orologi, ma che si percepisce con la sensibilità dell’anima. In quel micro-secondo senza tempo, noi siamo collegati al Tutto.

E allora comprendiamo che il contatto con l’Oltre non è un evento raro, concesso a pochi, ma una possibilità che si presenta costantemente, in ogni scelta, in ogni pensiero, in ogni passaggio dall’intuizione alla manifestazione. Solo che spesso lo viviamo in modo automatico, senza renderci conto che proprio lì c’è la porta d’accesso a ciò che chiamiamo mondo astrale.

Il cammino che possiamo intraprendere insieme, in questo spazio di riflessione, è imparare a riconoscere e ad abitare consapevolmente quel punto interiore. È un allenamento della coscienza, un modo di rallentare l’automatismo delle risposte per dare spazio alla presenza, per fermarci in quell’intervallo e accorgerci che non è un vuoto, ma un pieno. Un pieno di energia, di vibrazioni, di possibilità.

Pensiamo, ad esempio, a quando stiamo per prendere una decisione importante. Spesso sentiamo due voci interiori: una più razionale, legata al calcolo delle conseguenze, e una più sottile, che emerge come intuizione, come sensazione immediata. Quella voce sottile non viene dal nulla, ma sgorga proprio da quel frammento di spazio/tempo interiore in cui siamo più vicini all’universo, più permeabili all’influsso delle energie e delle entità che ci accompagnano. Se impariamo ad ascoltare lì, a fermarci un istante prima di manifestare, scopriamo che la nostra scelta può essere guidata non solo dalla logica, ma da una sapienza più ampia, che appartiene all’ordine universale.

Ed è per questo che dico che esistono strategie della psiche, modi per educare la mente e il cuore a riconoscere questo varco. La meditazione, la preghiera, la recitazione di mantra o daimoku, il semplice atto di respirare profondamente e di fermarsi un attimo prima di agire: tutte queste pratiche non fanno altro che ampliare lo spazio interiore, rendendo più chiara la percezione di quel punto. Sono strumenti che ci aiutano ad abitare la soglia, a non lasciarla scivolare via come un automatismo.

Ma c’è un passo ulteriore da compiere. Non si tratta solo di fermarsi, ma di entrare in relazione con ciò che in quello spazio si manifesta. Lì possiamo porre domande all’universo, chiedere alle nostre guide di accompagnarci, aprirci alla possibilità che intuizioni e soluzioni emergano spontaneamente. E allora il contatto con l’Oltre diventa non un’eccezione, ma una modalità costante di vita. Non siamo più semplicemente esseri che vivono immersi nel mondo materiale, ma coscienze che dialogano continuamente con il mondo astrale.

La bellezza di questo cammino è che non ci conduce a fuggire dalla vita quotidiana, ma ad arricchirla. Perché ogni gesto, ogni parola, ogni scelta può diventare il punto di manifestazione di un contatto più profondo. Vivere così significa portare l’Oltre nel presente, riconoscere che il mondo immateriale non è separato da noi ma ci attraversa in ogni istante.

Ecco perché non basterà un solo articolo a esaurire questo tema. Quello che ho descritto fin qui è solo il punto di partenza, il varco iniziale da cui cominciare a camminare. Nel tempo, si possono esplorare pratiche concrete per riconoscere e ampliare questo spazio/tempo interiore, esperienze di contatto e testimonianze, riflessioni più ampie sulla natura della coscienza e dell’universo. È un cammino che si svela strada facendo, come un sentiero che si illumina man mano che lo percorriamo.

Ma il messaggio essenziale è che il contatto con l’Oltre è già dentro di noi, non è altrove. È in quell’attimo sospeso, in quell’intervallo che separa la percezione dalla manifestazione. Imparare a viverlo con consapevolezza è aprirsi alla vastità dell’universo che ci abita.

Commenti

  1. Ciao caro Fulvio, come sempre i tuoi articoli sono molto interessanti e ben spiegati. Concordo con te effettivamente quando riesco a sentire i suggerimenti della mia guida li capto in un millesimo di secondo e si frappongono tra il mio pensiero e l'azione che sto compiendo in quel momento (solitamente mentre scrivo o su carta o spesso anche al cellulare) negli anni ho preso consapevolezza di quel attimo prezioso ed unico, oggi lo riesco a distinguere, reputo questo un grande dono✌️🥰🌈

    RispondiElimina
  2. Hai proprio ragione e in quell' istante hai l intuizione giusta, la vera consapevolezza di chi siamo e dove siamo. 🌷 Sara

    RispondiElimina
  3. Sono d'accordo 😌 sara

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

---PROLOGO--- Una Voce oltre il Velo: vivere tra i mondi

Manuale di Metafonia – Capitolo 1

Angelo Custode e Spirito Guida: due presenze, due origini, un solo scopo divino