Consapevolezza e Libero Arbitrio
Di Fulvio Schiavone
Consapevolezza e Libero Arbitrio: la danza della coscienza tra caso, simboli e universo.
La consapevolezza è il punto di partenza per ogni discorso sul libero arbitrio. Senza consapevolezza, infatti, ciò che chiamiamo “scelta” non è altro che reazione automatica, condizionamento, abitudine. È come muoversi in un labirinto senza sapere di esserci: ci si muove, certo, ma non si sceglie davvero la direzione. Solo quando la coscienza si risveglia e diventa osservatrice di sé stessa, l’essere umano si accorge di avere in mano la possibilità di determinare la propria rotta. In questo senso il libero arbitrio non è semplicemente “fare quello che si vuole”, ma è piuttosto il frutto di un atto cosciente che nasce dall’allineamento fra ciò che si è e ciò che si desidera realizzare.
La comunicazione con altri campi di esistenza, dimensioni sottili o frequenze parallele, può essere vista come una delle manifestazioni più evidenti di questo principio. Ogni volta che la coscienza si apre a un campo diverso dal consueto, si espande la gamma delle possibilità. È come se l’universo rispondesse non solo alle nostre parole o azioni, ma anche alla qualità della nostra vibrazione interiore. Comunicare con altri campi significa, dunque, esercitare un libero arbitrio che non si limita a scegliere nel piccolo orizzonte quotidiano, ma che si allarga a dialogare con l’intero cosmo.
A questo punto emerge la questione della randomness, della casualità. Spesso vediamo il caso come un ostacolo, come qualcosa che sfugge al controllo e che limita la nostra libertà. Ma se osservato in profondità, il caso non è altro che la faccia visibile di un ordine che non conosciamo. È il modo in cui il campo universale, con le sue infinite variabili, ci restituisce possibilità non previste, aprendo spazi di crescita che la mente razionale non avrebbe mai concepito. La coscienza, attraverso il libero arbitrio, non elimina la randomness, ma la integra, la orienta, la trasforma in occasione. In questo senso, il caso non è nemico della libertà, ma suo alleato sottile.
Ma il libero arbitrio non si esercita nel vuoto: per potersi esprimere ha bisogno di sapere cosa vuole. Se non c’è chiarezza di intenti, se non c’è una direzione consapevole, il libero arbitrio si dissolve come vento nel deserto. Non è sufficiente avere la possibilità di scegliere, bisogna anche avere il cuore saldo nell’intento. La coscienza, quando riconosce e afferma il proprio desiderio autentico, dà forma al libero arbitrio, lo rende concreto e operante. È qui che nasce quello che possiamo chiamare “libero arbitrio cosciente”, un atto che non è dettato dall’ego superficiale, ma da un’intenzione profonda, radicata nella consapevolezza della propria vera natura.
Tuttavia, bisogna riconoscere che il libero arbitrio ha anche dei limiti. Non è un potere assoluto, non è onnipotenza. I limiti nascono da diversi fattori: dai condizionamenti karmici, dalle leggi del mondo fisico, dalle circostanze che derivano dall’interazione con altri esseri e con il campo universale. Ma questi limiti non sono necessariamente catene: possono essere vissuti come contorni, come argini che permettono al fiume della coscienza di fluire con più forza e direzione. Senza limiti, il libero arbitrio si disperderebbe; con i limiti, invece, trova una forma in cui esprimersi.
Un ruolo fondamentale in questo processo lo hanno i simboli. I simboli non sono semplici segni convenzionali, ma veri e propri ponti fra coscienza e realtà. Attraverso i simboli, la coscienza riesce a parlare con il campo, a manifestare il libero arbitrio in forme condivisibili e percepibili. Quando pronunciamo parole sacre, quando utilizziamo un mandala, quando contempliamo un’immagine carica di significato, stiamo impiegando simboli per dare corpo al nostro libero arbitrio, per esprimere in modo chiaro la nostra scelta all’universo. Il simbolo diventa un atto creativo, una dichiarazione che oltrepassa il linguaggio ordinario e arriva alla radice del reale.
Ma anche il campo stesso, in quanto entità viva e cosciente, possiede un suo libero arbitrio. Non è una macchina che risponde meccanicamente ai nostri comandi, ma una rete intelligente che dialoga, interagisce, si trasforma. Questo significa che il libero arbitrio non appartiene soltanto all’essere umano, ma è qualità diffusa, inscritta nel tessuto dell’universo. Ogni atomo, ogni particella, ogni vibrazione manifesta in qualche modo una forma di scelta, una possibilità che si realizza fra infinite altre. La libertà, allora, non è privilegio di pochi, ma proprietà intrinseca della realtà.
Quando guardiamo questo intreccio da una prospettiva più ampia, ci accorgiamo che il libero arbitrio è inseparabile dallo spazio-tempo. Ogni scelta che compiamo definisce non solo un’azione, ma un’intera linea temporale che si apre davanti a noi. Ogni atto cosciente piega lo spazio e il tempo, generando nuovi percorsi e possibilità. In questo senso, il libero arbitrio non è soltanto un fenomeno psicologico, ma un principio cosmico che modella la trama stessa della realtà.
Eppure, tutto questo avrebbe poco senso se non ci fosse la coscienza a dare direzione. Un libero arbitrio privo di coscienza sarebbe pura casualità, un moto cieco senza significato. È la coscienza che trasforma la libertà in scelta, che dà senso al possibile e lo trasforma in reale. Senza consapevolezza, il libero arbitrio si riduce a un ventaglio di opzioni prive di valore; con la consapevolezza, diventa strumento di creazione, via di evoluzione, danza sacra fra l’io e l’universo.
In definitiva, parlare di consapevolezza e libero arbitrio significa riconoscere che siamo chiamati a un atto di responsabilità profonda. La libertà non è semplicemente fare ciò che ci passa per la mente, ma saper discernere, scegliere con chiarezza, agire in armonia con il campo universale. Significa imparare a dialogare con altri piani, a riconoscere i simboli come strumenti di manifestazione, ad accogliere i limiti come opportunità, a percepire la casualità come ordine più vasto. Significa, soprattutto, riconoscere che senza la luce della coscienza il libero arbitrio non è nulla, ma che con essa diventa la forza stessa che può trasformare il destino in libertà e la vita in opera d’arte.
Senza conoscenza e consapevolezza non si può esercitare il proprio libero arbitrio.

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