Stare in Presenza: la guida silenziosa dell’Universo


 

Di Fulvio Schiavone


Stare in Presenza: la guida silenziosa dell’Universo

Stare in presenza significa abitare pienamente il momento in cui la vita si manifesta. Non è un concetto astratto, ma una condizione reale, concreta, in cui la mente smette di vagare nel passato o nel futuro e la coscienza si raccoglie nell’attimo presente, riconoscendolo come il solo spazio in cui esiste davvero la vita. Quando si è in presenza, si percepisce che ogni cosa — un pensiero, un gesto, un incontro — possiede un senso preciso e partecipa a un disegno più vasto.

La presenza non si conquista con lo sforzo, ma con l’ascolto. È un atto di attenzione silenziosa, un ritorno continuo a sé stessi e alla consapevolezza del respiro, del corpo, della vibrazione che accompagna ogni istante. Più si coltiva la presenza, più si percepisce che l’universo non è muto, ma comunica costantemente. Lo fa attraverso la sincronicità, cioè quei momenti in cui eventi apparentemente casuali si incastrano con perfetta coerenza, mostrando che nulla accade per caso.

Le sincronicità sono risposte dell’universo alla nostra frequenza interiore. Ogni volta che un pensiero, un desiderio, o una domanda profonda si allinea alla nostra vibrazione più autentica, la realtà esterna riflette quel movimento sotto forma di segno, incontro o coincidenza significativa. Imparare a riconoscerle significa imparare a leggere il linguaggio sottile dell’esistenza.

L’attenzione è la chiave per decifrare questo linguaggio. Quando la mente è dispersa, nulla può emergere chiaramente; ma quando l’attenzione si raccoglie, il mondo si trasforma in un campo vivo di segnali e di messaggi. L’universo parla a chi sa ascoltare. Parla attraverso le situazioni che si ripetono, attraverso le persone che incontriamo, attraverso le intuizioni improvvise che ci guidano in direzioni inaspettate.

L’intuizione è infatti la voce diretta dell’anima, quella che conosce le risposte prima ancora che la mente formuli le domande. È una conoscenza immediata, pura, che non passa dal ragionamento ma dalla risonanza. Riconoscerla richiede fiducia e ascolto interiore. L’intuizione non urla mai, sussurra. Ma quando viene seguita, porta sempre dove dobbiamo essere.

Questa voce interiore rappresenta la parte più autentica di ciò che siamo. È la guida invisibile che conosce il nostro percorso, e ci parla attraverso sensazioni, percezioni e piccoli segni che solo nel silenzio possono essere colti. Quando si impara a distinguere la voce dell’anima da quella del pensiero, la vita inizia a fluire in modo più armonioso, quasi spontaneo, perché si entra in sintonia con la propria direzione evolutiva naturale.

Mantenere il flusso significa proprio questo: non opporsi, non forzare, ma lasciarsi attraversare dal movimento della vita. È comprendere che ogni evento, anche quello che sembra un ostacolo, è parte del processo. Quando si resiste, il flusso si interrompe; quando si accetta e si rimane in ascolto, l’energia si riallinea e le cose riprendono a scorrere nella giusta direzione.

La coscienza di sé nasce da questa capacità di osservazione continua. Sapere chi si è, riconoscere le proprie emozioni e i propri pensieri senza farsi trascinare, permette di restare centrati e liberi. È la consapevolezza che ogni realtà esterna è un riflesso della propria interiorità. Da questa comprensione nasce anche il vero senso di responsabilità, che non è colpa né dovere, ma potere creativo. Responsabilità significa rispondere alla vita con presenza, essere partecipi, scegliere consapevolmente le proprie vibrazioni e i propri atteggiamenti.

Essere presenti nella realtà materiale non implica rinunciare alla dimensione spirituale, ma anzi integrarla. La materia è lo strumento attraverso cui lo spirito si esprime e si conosce. Vivere in presenza significa portare luce nella quotidianità, riconoscendo la sacralità dei gesti semplici, la profondità degli incontri, la verità nascosta dietro ogni esperienza. È l’unione del cielo e della terra dentro di sé.

Quando questa presenza si estende, diventa una presenza complessiva: non più solo nel corpo o nella mente, ma nella totalità dell’essere. In questo stato si percepisce l’interconnessione di tutto ciò che esiste. Si comprende che ogni cosa, visibile e invisibile, vibra nello stesso campo di coscienza. Nulla è separato, e ogni esperienza, anche la più piccola, contribuisce al movimento universale dell’evoluzione.

Stare in presenza è dunque un’arte sottile: quella di vivere pienamente ogni istante sapendo che dentro di esso è racchiuso tutto l’universo. È la via della consapevolezza, dell’ascolto e dell’unione con la vita stessa. È il linguaggio dell’anima che finalmente trova la sua voce nel silenzio interiore e riconosce, in ogni battito del mondo, un messaggio rivolto a noi.


Commenti

  1. Grazie! Le considerazioni esposte mi sono piaciute molto e le considero perfettamente in accordo con l'energia di questo periodo, che, nel mio caso, mi pare dotata di una particolare accelerazione.

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  2. Che dire , grande Fulvio . Sara

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