La Gravità dell’Anima: Verlinde, Grinberg e il Campo della Coscienza
Di Fulvio Schiavone
La Gravità dell’Anima: Verlinde, Grinberg e il Campo della Coscienza
Negli ultimi tempi, durante alcune esperienze medianiche e metafoniche, le entità che mi accompagnano hanno ripetuto più volte un nome: “Guarda Verlinde” in metafonia,in medianità hanno detto “adesso cerca e studia Verlinde”. All’inizio non ne comprendevo il significato, ma sapevo che quando il messaggio arriva da una fonte di luce, non è mai casuale. Così ho cominciato a studiare la teoria di Erik Verlinde, un fisico teorico olandese che sta cercando di ridefinire il concetto stesso di gravità, e più in profondità, di realtà.
Verlinde propone che la gravità non sia una forza fondamentale, come pensava Newton, né una curvatura dello spazio-tempo, come dice Einstein, ma un fenomeno emergente, cioè una conseguenza di qualcosa di più profondo: l’informazione. In questo senso, la gravità non è “qualcosa che tira” o “che curva”, ma il risultato del modo in cui l’informazione stessa dell’universo si distribuisce e si organizza.
In altre parole, Verlinde sostiene che ogni particella, ogni campo, ogni cosa esistente, possiede e trasmette informazione. E questa informazione, come una rete cosmica invisibile, tesse la trama dell’universo, stabilendo la posizione e il comportamento della materia, della luce, dell’energia. Quando parliamo di “gravità”, parliamo in realtà di un effetto collettivo di questa rete di informazione, che tende naturalmente a organizzarsi per conservare equilibrio ed energia.
Se penso a questa visione da un punto di vista spirituale, non posso fare a meno di vedere la somiglianza con l’idea del “campo di coscienza universale”. Nella mia esperienza di contatto, e in molte tradizioni esoteriche e filosofiche, esiste da sempre il concetto di un campo che permea ogni cosa: un’energia intelligente, una matrice viva che contiene e comunica informazione. Verlinde, da scienziato, la chiama “informazione emergente”. Noi, da cercatori spirituali, potremmo chiamarla “coscienza universale”.
L’informazione, in questo senso, è la consapevolezza del Tutto su sé stesso. È la conoscenza totale delle cose, non nel senso di un sapere intellettuale, ma come memoria viva dell’universo. È ciò che rende possibile che ogni cosa “sia” e “si manifesti” in un determinato modo. È l’eco dell’Uno che si frammenta in infinite forme per potersi riconoscere.
Quando le mie guide mi hanno detto “Guarda Verlinde”, credo volessero indicarmi questo punto d’incontro: la scienza si sta lentamente avvicinando a comprendere ciò che le tradizioni spirituali conoscono da millenni. Verlinde mostra che la materia e la gravità non sono cause, ma effetti di qualcosa di più sottile: l’informazione che struttura la realtà. E se questa informazione è intelligente, se reagisce, se si organizza, allora non può che essere una forma di coscienza.
In questa prospettiva, anche la teoria di Jacobo Grinberg trova una risonanza profonda. Grinberg parlava del “campo di sintergia” o “lattice”, un campo fondamentale di coscienza in cui tutte le informazioni dell’universo sono contenute e interconnesse. Ogni mente, ogni essere vivente, ogni evento materiale è una modulazione di quel campo, un’onda che attraversa il mare infinito della coscienza. Quando noi percepiamo, pensiamo o meditiamo, modifichiamo la struttura del lattice, e allo stesso tempo il lattice ci modifica, in un continuo scambio di informazione.
Verlinde, pur restando nel linguaggio matematico della fisica, sembra descrivere qualcosa di simile: una realtà in cui la materia emerge come risultato dell’informazione che fluisce e si riorganizza. Grinberg, invece, spinge quella intuizione oltre, affermando che la coscienza stessa è la struttura portante della realtà, e che ciò che chiamiamo “mondo fisico” è una proiezione olografica, una sorta di sogno condiviso della coscienza universale.
Personalmente, sento che queste due visioni non si oppongono ma si completano. Verlinde ci mostra la mappa matematica del mistero; Grinberg ci invita a viverne l’esperienza diretta. Uno osserva la rete, l’altro ci insegna ad entrarci. Entrambi, in modi diversi, ci dicono che la realtà non è un insieme di cose materiali, ma una danza di informazione, un continuo dialogo tra l’Essere e se stesso.
Quando entro in stati di contatto profondo, durante la metafonia, la medianità o la meditazione, percepisco esattamente questo: un campo vivo che pensa, che ascolta, che comunica. Non attraverso parole, ma tramite vibrazioni di significato, forme di conoscenza immediata che non hanno bisogno di spiegazioni. È come se ogni punto dello spazio fosse un frammento della mente universale, e la mia coscienza non fosse altro che una delle sue innumerevoli finestre.
Se la gravità è un effetto dell’informazione, allora ogni forma di attrazione — anche quella spirituale — potrebbe essere vista come un’eco della stessa legge. L’amore, la compassione, la comunione tra anime, non sarebbero che manifestazioni di questa forza primordiale di coesione cosmica. L’universo tende all’unità perché la coscienza tende a riconoscersi.
Forse è questo che le entità volevano dirmi: guarda Verlinde, perché la scienza sta toccando i confini dello Spirito. Guarda Verlinde, perché ciò che la fisica chiama “informazione” è ciò che noi chiamiamo “coscienza”. Guarda Verlinde, perché la verità è una sola, anche se si mostra in mille linguaggi diversi.
E allora comprendo che il nostro compito, come esseri coscienti, è imparare a leggere l’informazione del campo, a dialogare con essa non solo con la mente, ma con l’anima. Ogni pensiero, ogni emozione, ogni intenzione è una modulazione che inviamo nel lattice, un messaggio che il campo riceve e rielabora. Nulla va perduto, tutto si trasforma in conoscenza, in esperienza, in evoluzione.
Verlinde e Grinberg, ciascuno a suo modo, ci ricordano che viviamo in un universo pensante. Un universo in cui la gravità è amore, la materia è informazione, e la coscienza è la trama invisibile che unisce i mondi.
In questa prospettiva la gravità è la struttura che permette all’universo di restare coerente, un principio di unione che si manifesta in ogni dimensione, fisica o spirituale che sia. Non è un vincolo ma un abbraccio, un filo invisibile che mantiene la coesione tra ciò che appare separato. Così come i pianeti si attraggono nello spazio anche le anime si attraggono e si organizzano secondo risonanze di informazione, in una geometria sottile di significati condivisi.
E se l’informazione è coscienza allora la gravità è il linguaggio della coscienza che cerca se stessa. Essa opera non solo nei corpi celesti ma anche nei moti interiori della mente e dell’anima. Quando comprendiamo questo principio possiamo riconoscere che la stessa forza che tiene unita la materia agisce anche nella nostra individualità spirituale. Ciò che percepiamo come “io” è mantenuto integro da una gravità interiore che ci ancora alla nostra identità profonda e ci consente di sperimentarci come esseri unici all’interno della totalità cosmica.
Quando ne diventiamo consapevoli comprendiamo che la nostra esistenza è il risultato di questa forza d’ordine universale, una gravità della coscienza che ci tiene uniti al centro di noi stessi mentre allo stesso tempo ci collega a tutto ciò che esiste. Ogni atto di consapevolezza, ogni percezione autentica di sé, è un modo di partecipare a questo equilibrio tra il personale e l’universale, tra il finito e l’infinito. In questo senso la gravità, così come la intende Verlinde, diventa anche un simbolo della nostra unione con l’Uno, con la Coscienza che tutto abbraccia e che tutto sostiene.
Essere consapevoli di questa forza significa comprendere che ogni cosa è interconnessa non per un semplice principio fisico ma per un vincolo d’amore cosmico che si manifesta come ordine, come coesione e come vita. Così la gravità non è più solo la legge che tiene i pianeti nelle loro orbite ma la legge che tiene l’anima nel suo cammino, che la guida nel suo ritorno alla sorgente originaria della conoscenza universale.

Molto complesso ma l.hai spiegato egregiamente. 😌 Sara
RispondiElimina🙏🙏🙏 Grazie Sara
EliminaBell articolo anche se per molti difficile tu l hai reso molto comprensibile complimenti
RispondiEliminaGrazie🙏🙏🙏
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