L'IDENTITÀ DELL'ANIMA
Di Fulvio Schiavone
L'identità dell'anima.
La coscienza, se ci pensiamo davvero, non nasce con il cervello né con l’individuo, ma esiste già come un grande campo originario, un oceano vastissimo che contiene tutte le possibilità. L’anima, in questo contesto, è come una goccia prelevata da quell’oceano: ha la stessa natura dell’acqua, ma nel momento in cui si definisce come sé distinta comincia un cammino personale. È come se quel collasso dal campo all’individuo fosse l’atto con cui l’essere prende forma, e la vita nella dimensione materiale diventa lo strumento attraverso cui rafforzare questa identità.
Il corpo fisico che viviamo è molto più di un semplice involucro; è un modello, un abito su misura che l’anima indossa per sperimentare il mondo. Il volto, la statura, la voce, i gesti: tutto ciò diventa un’impronta energetica, una firma unica che ci accompagnerà anche oltre la vita terrena, permettendoci di interagire con altre anime che hanno condiviso percorsi simili. Questa forma non è rigida né immutabile: l’anima, pur avendo acquisito queste caratteristiche nella vita terrena, conserva sempre la possibilità di plasmare il proprio aspetto a seconda delle scelte e delle necessità, perché rimane collegata al campo originario da cui proviene e dal quale può attingere infinite possibilità di espressione.
In questo senso, il campo cosmico rappresenta la memoria totale, mentre ogni anima è una memoria personalizzata, arricchita dalle esperienze e dai dettagli unici della vita terrena. Quando due anime si incontrano, si riconoscono attraverso questa firma vibrazionale, e il contatto diventa immediato e naturale, anche se le forme esterne possono variare. È chiaro allora che l’individualità non è una separazione dolorosa dal tutto, ma un atto creativo, un modo per la coscienza di conoscersi meglio, esplorando se stessa attraverso la forma. La goccia non perde mai la sua natura d’acqua, ma quando ritorna all’oceano porta con sé nuove sfumature, frutto dell’esperienza vissuta e della consapevolezza maturata.
Osservando questo processo, si comprende che la coscienza non si limita alla percezione razionale o all’attività cerebrale, ma è un ponte tra la dimensione terrena e quella cosmica, tra la realtà materiale e i campi invisibili che la sostengono. È il luogo dove l’individuo e il Tutto si incontrano, dove l’anima può esercitare la propria libertà di scelta e allo stesso tempo rimanere in contatto con l’origine da cui proviene. La vita, con tutte le sue sfide e le sue esperienze, diventa allora un laboratorio in cui la coscienza sperimenta se stessa, rafforzando l’individualità e arricchendo il campo di nuove possibilità.
In fondo, questa visione ci invita a percepire la nostra esistenza come un intreccio tra libertà e radicamento, tra esperienza personale e consapevolezza cosmica. Ogni gesto, ogni decisione, ogni incontro non è mai separato dal flusso più grande da cui proveniamo, ma ne diventa un’eco, una nuova sfumatura nell’infinito oceano della coscienza universale. Vivere con questa consapevolezza significa riconoscere che siamo allo stesso tempo goccia e oceano, individualità e totalità, e che ogni esperienza terrena è un passo verso la comprensione della nostra vera natura multidimensionale.
Concordo pienamente ottimo spunto di riflessione. GRAZIE 🌈
RispondiEliminaGrazie a te.🙏🙏🙏
EliminaFulvio. Siamo una coscienza personale e anche una coscienza cosmica ,la coscienza del tutto. Il tutto fa parte di noi e noi del tutto . Solo che non lo percepisco se non lo desideriamo. Come se ci fosse un libero arbitrio pure del cosmo che non interviene x farci comprendere a meno che noi non lo vogliamo vedere. Cmq grazie x i tuoi articoli sono illuminanti. Sara
RispondiEliminaGrazie Sara.🙏🙏🙏
Elimina