IL CORPO ETERICO
Di Fulvio Schiavone
IL CORPO ETERICO
Quando parlo del corpo eterico, mi piace iniziare dicendo che esso rappresenta la nostra prima vera estensione energetica oltre il corpo fisico, la più vicina, la più intimamente intrecciata con ogni nostra funzione vitale e con ogni pulsazione della nostra anima incarnata. Il corpo eterico è letteralmente il ponte tra materia e energia, tra forma e vibrazione, tra quello che siamo sul piano fisico e ciò che siamo nel mondo oltre il visibile. Non è qualcosa di astratto o simbolico: è reale, concreto, percepibile, tangibile con gli occhi dell’attenzione e della sensibilità. È la matrice che dà vita al corpo fisico e allo stesso tempo il primo involucro che manterremo intatto, almeno inizialmente, quando lasceremo questa dimensione.
Molte persone si sorprendono quando scoprono che il corpo eterico è visibile a occhio nudo. Non serve essere medium, non serve avere doni particolari. Serve solo imparare a guardare in un certo modo, con uno sguardo che non perfora l’oggetto osservato ma si posa leggero accanto ai suoi contorni. Quando osserviamo un essere vivente – umano, animale o vegetale – con un’attenzione morbida, non focalizzata e non contratta, ecco che intorno ai suoi bordi appare un alone, uno spessore, una specie di “aria densa” che sembra vibrare appena distaccata dal fisico. Quello è il corpo eterico. In genere varia dai tre ai cinque centimetri di spessore, a volte poco più, e si presenta come un perimetro luminoso e definito, molto più facile da percepire di quanto si creda. Tutti lo hanno visto almeno una volta nella vita, magari sopra le mani, su un volto in controluce, su una pianta al tramonto, ma la mente, se non è allenata, tende a ignorarlo e a ricondurlo a un effetto ottico. In realtà non è un effetto: è un campo energetico reale, il primo dei nostri corpi sottili.
Il corpo eterico non è qualcosa che “circonda” il corpo come un guscio esterno, ma è la sua matrice vitale. Esiste sia all’esterno sia all’interno del corpo fisico. Dentro di noi, infatti, ogni organo, capillare, cellula e struttura è immersa completamente in questa sostanza energetica che possiamo paragonare a una fitta griglia luminosa, una rete di flussi vitali che pulsano in continuazione. Nel corpo eterico scorrono i meridiani, quelli che l’agopuntura e la medicina tradizionale cinese mappano da migliaia di anni. Non sono metafore: quei canali che gli antichi hanno documentato sono reali sul piano eterico, e rappresentano il percorso delle correnti energetiche che mantengono vitale il corpo fisico.
Questa rete è ciò che sostiene la vita biologica, perché il corpo fisico è solo un effetto, mentre il corpo eterico è la causa. Ogni malattia, ogni squilibrio, ogni disarmonia nasce prima nel corpo eterico e poi precipita nel corpo fisico come manifestazione conclusiva. Per questo motivo molte tradizioni esoteriche sostengono che, guarendo il corpo eterico, si prevengono molte malattie o si curano prima che diventino materiali. Tutto il nostro organismo, nella sua struttura anatomica e funzionale, è un’emanazione del corpo eterico.
Ma il corpo eterico non ha solo funzioni vitali: è anche il veicolo della nostra identità formale quando lasciamo il corpo fisico. Al momento del trapasso, infatti, è proprio il corpo eterico che si distacca per primo dal corpo materiale, rimanendo per un breve periodo ancora molto sensibile e reattivo alle sensazioni fisiche appena abbandonate. Questo è uno dei motivi per cui, nei contatti medianici, capita che un’entità riferisca dolore o sensazioni relative al corpo fisico: non è che stia soffrendo come quando era incarnata, ma è il corpo eterico che mantiene una memoria transitoria degli stimoli, specialmente quelli traumatici o legati alla malattia. È una sorta di eco energetica della vita appena vissuta, che svanisce naturalmente man mano che l’anima si stabilizza nei piani sottili.
Il corpo eterico, una volta separato dal fisico, conserva l’esatta forma del corpo materiale. Tutte le strutture, fino ai dettagli più minuziosi, vengono replicate perfettamente in questa sostanza luminosa. Possiamo immaginarlo come una plastilina morbida o un gesso liquido che si solidifica attorno al corpo fisico mentre siamo vivi e che, nel momento del distacco, mantiene quella forma. Non è più materia, ma una sua controparte energetica. Per questo motivo, quando un defunto si manifesta attraverso visioni, apparizioni, sogni o percezioni medianiche, indossa un corpo eterico modellabile. È lo stesso corpo che aveva in vita, ma plasmabile secondo la volontà dell’anima. Ecco perché un defunto può apparire più giovane, più anziano o in una versione di sé che noi ricordiamo con particolare intensità. Non è trasformazione del corpo spirituale, ma modellazione del corpo eterico a scopo comunicativo.
Il corpo eterico continua a vivere una sua esistenza anche oltre la morte, almeno per un certo periodo, fino a quando l’anima non si stabilizza in corpi più sottili e meno legati alla memoria della materia. C’è un motivo se nelle dimensioni dell’oltre gli spiriti continuano a mostrarsi con sembianze umane e a condurre una vita “normale”: è perché utilizzano questo corpo eterico, identico nella forma a quello fisico, ma completamente libero dai suoi limiti. È la forma energetica che permette loro di essere riconoscibili, di farsi vedere come appaiono nelle visioni, di mostrarsi nelle case, nelle stanze, nei sogni, nelle medianità. Senza il corpo eterico non saremmo in grado di identificarli né di percepirli con chiarezza.
Esiste anche un aspetto molto importante e spesso poco compreso: il corpo eterico conserva per un certo periodo anche le abitudini e le dipendenze della vita terrena. Le anime che muoiono con forti dipendenze – come alcol, droghe o altre forme di attaccamento – continuano a sperimentare, inizialmente, la stessa necessità o la stessa sofferenza. Non perché la sostanza materiale agisca ancora, ma perché il corpo eterico, che ha memorizzato in modo vivissimo quei circuiti e quelle percezioni, ne replica l’esperienza. Per questo, molte tradizioni parlano di un periodo di “disintossicazione energetica” dopo la morte. A sostegno di questo processo intervengono entità specializzate, veri e propri infermieri dell’oltre, esseri dedicati al soccorso immediato del trapassato. Sono loro che si avvicinano all’anima appena uscita dal corpo per stabilizzarla, per attenuare le sensazioni residue, per guidarla nel primo distacco dalle memorie pesanti del corpo materiale.
Quando, durante le sedute medianiche, percepiamo la sofferenza dell’entità, non è l’anima che soffre: è il corpo eterico che stimola e ricorda l’eco della vita terrena. È una memoria, non una condizione reale, e viene gradualmente dissolta grazie alla presenza e al lavoro di queste entità soccorritrici. Questo permette all’anima di salire, di alleggerirsi e di ricongiungersi a forme più elevate della propria esistenza.
Il corpo eterico, dunque, accompagna la nostra vita, sostiene la nostra salute, modella la nostra forma, registra ogni esperienza del corpo e la trasporta oltre la soglia della morte per un breve tratto, costituendo la struttura attraverso cui ci rendiamo visibili quando ci manifestiamo agli altri piani. È la matrice che ci dona identità nella materia e riconoscibilità nell’energia. Imparare a conoscerlo, a percepirlo e a comprenderlo significa conoscere una parte profondissima del nostro essere incarnato e disincarnato. È il primo passo per comprendere la natura multidimensionale della vita.

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