LO SPAZIO FRA LE COSE


 

di Fulvio


Il "Ma": Il Vuoto che Svela l'Universo e il Campo della Coscienza

Nel mio continuo viaggio attraverso i misteri della coscienza e delle dimensioni sottili, ho avuto il privilegio di esplorare concetti che risuonano con le verità più profonde dell'esistenza. Oggi, voglio condividere una rivelazione che ha illuminato ulteriormente la mia comprensione del "campo dell'universo": il principio giapponese del "Ma".

Non si tratta di un semplice vuoto o di un'assenza. Il "Ma" è lo spazio significativo, l'intervallo, la pausa, il vuoto dinamico e intenzionale che dà forma, respiro e senso al pieno. È ciò che permette a ogni cosa di manifestarsi, di emergere e di relazionarsi, sia nel mondo fisico che in quello spirituale.

Il "Ma" nell'Estetica e nella Vita

Il concetto di "Ma" pervade ogni aspetto dell'estetica e della filosofia giapponese, offrendo esempi tangibili della sua potenza. Nella musica, non è l'assenza di suono, ma la pausa che conferisce ritmo e significato alle note. Nell'architettura e nel giardinaggio, il "Ma" è lo spazio tra gli elementi che permette loro di "respirare", guidando lo sguardo e l'esperienza. Nelle arti marziali, è l'intervallo cruciale di intuizione e decisione che precede l'azione, spesso più determinante dell'azione stessa. In ogni ambito, il "Ma" ci insegna che l'importanza non risiede solo in ciò che è tangibile e manifesto, ma anche e soprattutto in ciò che non lo è. È in quello spazio, in quel silenzio, in quella pausa che risiede il potenziale, la relazione e la vera pienezza. Non è assenza, ma potenziale e connessione.

Il "Ma" e il Campo dell'Universo: Una Profonda Risonanza

Questo antico principio risuona in modo straordinario con gli insegnamenti che ho ricevuto dalle mie guide spirituali fin dalla più tenera età, in particolare sul "campo dell'universo" e le frequenze armoniche.

Ricordo bene quando, studiando l'elettronica, le mie guide mi parlarono delle frequenze e del fatto che ogni onda, con la sua lunghezza e il tempo che intercorre nella sua sinusoide, è una composizione unica. Mi dissero che tutto vibrava tra spazio e tempo, e che questo spazio non era mai vuoto, ma sempre riempito dal campo che tutto circonda. Questa è l'essenza stessa del "Ma": uno spazio che, lungi dall'essere vuoto, è una presenza attiva, vibrante e significativa.

La mia comprensione si è approfondita pensando ai microtubuli nel cervello, quello "spazio" tra le strutture cellulari dove, secondo alcune teorie come l'Orch-OR, le superposizioni del campo collassano per generare la coscienza. Anche qui, in quello che appare come un vuoto, si manifesta una delle realtà più profonde dell'esistenza. Il "Ma" è proprio quel "non-spazio" fertile che permette alla coscienza di emergere e alla realtà di prendere forma.

Il mio spirito guida, in tempi lontani, mi diede un insegnamento che oggi vedo pienamente rispecchiato nel "Ma": "non trascurare mai lo spazio tra le cose, e che non era assenza ma la realtà che dava posto al manifestarsi delle cose, dei concetti, dei pensieri." Questa frase racchiude l'essenza del "Ma" e la sua importanza cosmica. È in quello spazio, in quel vuoto significativo, che risiede il potenziale, la connessione e la vera natura della manifestazione. È il luogo in cui il "campo" opera e le "armoniche" si manifestano.

Per me, questo antico principio giapponese si fonde perfettamente con la mia esperienza di vita e con gli insegnamenti ricevuti dal mondo spirituale. Ho imparato a riconoscere che il silenzio, la pausa, e gli spazi apparentemente vuoti non sono assenza, ma piuttosto campi di possibilità illimitate, densi di significato e potenziale. Il "Ma" diventa così una chiave di lettura per la nostra interconnessione con l'universo e un promemoria costante della vitalità intrinseca di ciò che sta tra una cosa e l'altra, tra un pensiero e l'altro, tra un respiro e il successivo. È il principio che svela come tutto sia intrinsecamente collegato e come il "vuoto" sia, in realtà, la matrice della creazione.

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