La riva opposta, meditazione sul mondo spirituale.
---La riva opposta---
I maestri orientali guardano meravigliati come i maestri occidentali insegnino con una teoria dogmatica le loro dottrine e vedono come passivamente trasmettano i loro insegnamenti non avendo la possibilità di accertare quello che predicano.
Al contrario in oriente le persone che hanno facoltà psichiche e spirituali trasmettono insegnamenti a cui è familiare il fenomeno che esiste fra questa e l'altra riva, che appare così concreto e reale come la vita terrena.
Per gli orientali evoluti parlare dell'altro mondo appare come un oceano di cui conoscono le profondità, l'estensione, le correnti e le creature che in esso vivono, e sin da piccoli apprendono senza dogmi l'ampio ventaglio di facoltà superiori che tutta l'umanità possiede.
La mentalità occidentale si rifiuta quasi istintivamente di accettare i fatti psichici e spirituali che sono necessari per uno studio approfondito e ne chiede una prova concreta prima di procedere oltre. Ogni studio particolareggiato richiede un entusiasmo che anima verso la ricerca. Il caso, dell'allievo occidentale, è come quello di un cieco che chiede la prova di un dato colore di un oggetto, o la prova per un sordo che esista l'armonia nella musica. E' naturale che non si può fornire una prova.
Gli insegnamenti l'allievo li apprende accettando quelli che può provare da sè, perchè è dall'esperienza personale che nasce la verità. Il maestro insegna il cammino da percorrere ed è lì che si trovano le prove di quello che ha insegnato esaminandole e assaggiandole si apprende da soli. E' fondamentale però accettare le affermazioni di chi ci ha preceduto o è meglio rinunciare dall'inizio. Nulla sarà definitivo finchè non si avrà raggiunto la prova, ma la saggezza nel cammino sarà quella di giovare del consiglio e dell'esperienza di chi ci ha preceduto.
Il mondo spirituale ha tutti i suoi apparati specifici che sono in grado di registrare tutti i suoi fenomeni, ma gli apparati fisici sono fatti solo per gli oggetti fisici.
Non c'è una base per discutere con le creature o i veggenti dell'altra riva se si costringe lo sguardo ad una visione solo del piano terrestre. Ma con ciò non c'è la pretesa di accettare proposizioni irrazionali. L'obbiettivo è diverso, se con la ragione non possiamo strappare il velo che separa gli aspetti Vita/Morte si percepirà, comunque, la verità sui fatti dell'ignoto. Ad un certo punto gli insegnamenti concorderanno con i fatti accertati, di conseguenza si spiegheranno, ragionevolmente, i fenomeni altrimenti inesplicabili.
Come insegna tutta la filosofia, il mondo interiore è molto più reale del mondo fenomenico esterno. Infondo noi non abbiamo un'effettiva conoscenza del mondo esterno, infatti, quando guardiamo qualcosa ne percepiamo solo l'immagine invertita sulla retina e non vediamo quello che realmente stiamo guardando. In realtà la nostra mente non vede realmente un'immagine ma una stimolazione dei nervi le cui terminazioni sono state eccitate da quella immagine. Molte delle fondamentali conoscenze dell'universo si possono trovare nel nostro subconscio e vi possiamo trovare anche la certezza dell'immortalità del vero Essere, di quel qualcosa che nulla può distruggere, lì si trova l'Io il nostro cosciente senso dell'esistenza.
Ricercare la verità del mondo spirituale in quello fisico non ha senso, esso ci può solo dare stimolo per la ricerca all'interno, appunto, del mondo spirituale approfondendo lì l'indagine sui fenomeni straordinari che possiede. L'intelletto concerne gli oggetti fisici, il secondo lo spirito. Sarà la ricerca della conoscenza a guardare alternativamente all'uno o all'altro.
Lasciamo parlare l'anima, e sentiremo erompere forte la vita in un canto che nega la morte. Rimane solo la vita eterna, cosciente e consapevole di se stessa.
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